SALVO - MITOLOGIE DOMESTICHE
3 novembre 2022 – 28 gennaio 2023

 

La prima volta che una natura morta compare in un lavoro di Salvo è in Autoritratto con natura morta (dal ritratto del Dott. Gachet), una fotografia del 1973, un tableau vivant in cui l’artista, in penombra, interpreta il celebre ritratto di Van Gogh. In primo piano c’è un insieme di frutti. In un lavoro dello stesso anno, l’autoritratto scompare e la frutta rimane l’unica protagonista, anticipando le nature morte che realizzerà successivamente.

 

Il 1973 è anche l’anno di passaggio che porterà Salvo a scegliere la pittura come tecnica d’elezione.

 

I soggetti delle prime nature morte dipinte, alla fine degli anni ’70, sono fiori e libri, a cui si alternano, negli anni successivi, vasi, brocche, conchiglie e vari oggetti d’uso quotidiano fino agli inediti teschi del 2015.

 

Pur essendo un capitolo meno conosciuto della sua pittura, per Salvo la natura morta non è un genere minore.

Nel suo lavoro, non c’è molta differenza tra dipingere alberi che si stagliano nel cielo o oggetti che emergono dallo sfondo di un muro colorato. In entrambi i casi c’è una linea d’orizzonte, che può essere un prato o il bordo di un tavolo, che separa i piani di quelle che diventano nelle sue tele questioni puramente pittoriche.

 

Le nature morte di Salvo rimandano allo scorrere del tempo: molte si intitolano con nomi dei mesi o delle stagioni. Ma soprattutto restituiscono il passare del tempo privato, scandito dalle piccole abitudini quotidiane. Il tempo della colazione, della verdura appoggiata in cucina, dei libri accumulati.

 

All’italiano “natura morta”, preferiva l’inglese “still life”, o ancora di più la definizione di de Chirico: vita silente. Ed è proprio una vita silenziosa quella che si percepisce nelle sue nature morte, fermo immagine di un tempo dove universale e particolare si mescolano, trasformando semplici oggetti in mitologie domestiche.

 

 

Comunicato stampa

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